20/12/06

Le Zone climatiche della Terra.


Le zone climatiche terrestri possono essere distinte in tre tipologie:
zona tropicale
zona temperata
zona glaciale


La zona tropicale
è la zona del globo terrestre compreso tra i due tropici: il Tropico del Cancro a Nord ed il Tropico del Capricorno a Sud. Questa zona è quindi delimitata dai paralleli di latitudine 23° 27' Nord e 23° 27' Sud, estendendosi per 46° 54'.
Questa zona è caratterizzata dal fatto che i dì e le notti sono prossimi entrambi alle 12 ore durante tutto l'anno. Questo è dovuto al fatto che i raggi solari (a mezzogiorno) sono sempre quasi perpendicolari al terreno determinando un clima caldo costante durante tutto l'arco dell'anno.
È l'unica zona in cui è possibile osservare il fenomeno del sole allo zenith: quando i raggi del sole arrivano al suolo perpendicolari facendo scomparire tutte le ombre. Questo fenomeno capita durante il mezzogiorno del 21 giugno (solstizio d'estate) al Tropico del Cancro ed il 21 dicembre (solstizio d'inverno) al Tropico del Capricorno; nelle altre zone comprese nella fascia capita invece due volte all'anno.
Le temperature medie di questa zona sono tra le più elevate del pianeta causando una forte evaporazione delle acque (ci sono fiumi e laghi che annualmente o saltuariamente vengono completamente prosciugati dall'evaporazione) ed un clima costantemente caldo. In tale fascia si alternano zone caraterizzate da forti precipitazioni che generano le foreste tropicali o pluviali a zone dove le precipitazioni sono molto scarse dove si sono creati i più grandi ed aridi deserti della Terra. In questa fascia è molto raro che vi siano delle nevicate a basse quote. L'acqua superficiale degli oceani, riscaldata dal Sole, forma varie correnti marine, tra cui la famosa è la corrente del Golfo del Messico che mitiga gli inverni nel nord-ovest dell'Europa.



La zona temperata
è suddivisa in due zone: la prima compresa tra il Circolo polare artico ed il Tropico del Cancro; la seconda compresa tra il Tropico del Capricorno ed il Circolo polare antartico. È caratterizzata da una netta suddivisione delle 4 stagioni ed una durata del giorno e della notte variabile durante l'arco dell'anno.

Per zona temperata si intende l'area geografica compresa tra i 30 e i 60 gradi di latitudine. Nell’emisfero boreale, alle medie latitudini, le terre emerse sono molto estese. Oltre all’Europa, fanno parte di quest’area climatica il Canada meridionale, Gli Stati Uniti la Cina e l’Asia centrale. Nell’emisfero australe, invece, alle stesse latitudini, sono pochissime le terre emerse: la zona meridionale dell’America Latina, comprendente la Patagonia argentina e parte del Cile, il Sudafrica, il sud dell’Australia, la Nuova Zelanda e la Tasmania rappresentano gli ambienti temperati.

Idrografia
Le zone temperate sono molto ricche di corsi d’acqua, anche a causa delle abbondanti precipitazioni. La loro presenza ha favorito lo sviluppo dell’agricoltura e, di conseguenza, gli insediamenti umani


Clima
In un’area talmente vasta, come quella temperata, il clima presenta grandi varietà. Catene montuose imponenti, grandi pianure, isole, penisole, baie e altopiani contribuiscono a differenziare le condizioni climatiche di queste zone. E’ possibile, difatti, individuare almeno tre tipi di clima.
* Clima subtropicale umido: tra il 20° e il 35° parallelo. Inverno fresco e secco, estate calda e umida spesso influenzate dai monsoni. La temperatura scende, d’inverno, sotto i 10° e sale, d’estate, sopra i 40°.
* Clima mediterraneo: è caratterizzato da temperature medie ed elevate in estate, ed inverni miti, le precipitazioni sono concentrati nei mesi invernali. La vegetazione tipica è la macchia mediterranea.
* Clima temperato fresco oceanico: presente nelle regioni tra il 35° e 60° parallelo. Sono caratterizzate da inverni miti ed estati fresche con piogge frequenti. La vegetazione è costituita da brughiera e foreste di latifoglie.

Nonostante alcune diversità, esistono tre principali caratteristiche che li accomunano, quali:
* la presenza di quattro stagioni sufficientemente diverse tra loro
* delle temperature moderate che garantiscono la crescita della vegetazione
* delle precipitazioni abbondanti che contribuiscono allo sviluppo vegetale.

Il paesaggio naturale
Nelle zone temperate sono presenti tre tipi di formazioni vegetali spontanee:
* la foresta mista (conifere e latifoglie) o la foresta di latifoglie;
* la prateria
* la macchia mediterranea, con alberi e arbusti che si adattano alla siccità estiva.
L’importanza della vegetazione forestale caratterizza le zone temperate, nell’emisfero nord. Anche se gli esseri umani hanno operato enormi distruzioni, le foreste coprono:
* In Europa 140 milioni di ettari.
* In Russia-Siberia 910 milioni di ettari.
* In America del nord 733 milioni di ettari.
* In Giappone circa la metà dell’intero paese.

Le foreste temperate hanno quasi sempre una specie dominante di alberi decidui (che perdono tutte le foglie nello stesso periodo dell’anno); in alcuni casi, piuttosto rari per la verità, ne sono presenti due o tre specie e solo vicino alle coste orientali ci sono grandi varietà di flora. Le foreste più estese del mondo sono costituite da conifere. Alle alte quote montane, si trovano foreste con le caratteristiche della taiga.

La taiga è una sterminata foresta che si estende lungo tutta la Russia, dal confine con la Finlandia fino all’isola di Sakhalin, vicino al Giappone. Si tratta di una “cintura verde”, che misura quasi venti volte l’Italia; non è ricca di tante specie vegetali, essendo una distesa “senza fine” di conifere, anche se nella parte meridionale è composta da alberi a foglia larga. E’ un’importante riserva di biodiversità popolata da un numero di animali e vegetali superiore a quello dei vicini, e molto sfruttati, boschi della Scandinavia. Ed è proprio per questi animali, molti dei quali a rischio di estinzione (è il caso della tigre siberiana o del leopardo dell’Amur), che la taiga rappresenta un rifugio perfetto. Habitat ideale per moltissime specie di animali, la taiga è fondamentale anche per la nostra esistenza perché contribuisce a regolare il clima: le sue piante, che occupano ben nove fusi orari, assorbono enormi quantità di carbonio.
Nonostante nelle aree più popolate le conifere siano state favorite rispetto ad altre specie per la loro crescita più rapida, scendendo da nord verso sud, alle conifere si sostituiscono le betulle, le querce, i faggi, gli olmi, i frassini e le latifoglie in genere. E’ possibile trovare anche boschi di castagni e noccioli. Si tratta di ambienti forestali. Nelle foreste di alberi decidui, a seconda delle stagioni, cambia l’aspetto dell’ambiente naturale. In primavera la situazione di questo habitat è resa difficile a causa delle possibilità di gelate e delle repentine variazioni climatiche. In estate c’è una temperatura tra i 15° C e i 22° C e le piante sono diverse, a seconda del calore e delle piogge. In autunno la caduta delle foglie secche colora di tantissime tonalità la foresta. In inverno, senza foglie, c’è poca vita. In molte zone degli Stati Uniti e del Giappone, così come in molte zone d’Europa, la foresta decidua è stata eliminata in pianura. Gli alberi delle foreste sono generalmente di taglia media (dai 20 ai 30 metri). Nel Nord America ci sono foreste di sequoie, alberi sempreverdi dal legno di colore rossastro. Le sequoie sono tra gli alberi più alti e longevi al mondo. L’albero più alto della Terra, secondo gli americani, è una sequoia sempervirens che si trova nel Redward National Park, in California. E’ chiamata Howard Libby Tree e raggiunge i 112 metri di altezza. Nel National Park c’è anche la sequoia più voluminosa del mondo: l’“Albero del generale Sherman”. Pesa 1385 tonnellate, ha un tronco che, alla base, misura i 31 metri di circonferenza, ed ha un’età che va dai 2.500 ai 3.000 anni. Non è però l’albero più vecchio della Terra. Ci sono, infatti, alcuni esemplari di pinus aristata californiani che hanno quasi cinquemila anni.


La zona glaciale
è suddivisa in due zone: la prima sopra il Circolo Polare Artico; la seconda sotto il Circolo Polare Antartico. È caratterizzata da un clima molto rigido e dalla presenza di ghiacci perenni a tutte le quote (tranne dove il clima troppo secco non impedisce le precipitazioni). Il Sole non tramonta mai per 6 mesi consecutivi (detto il giorno polare), mentre nei successivi 6 non sorge mai (detta la lunga notte polare).

(testo tratto da Wikipedia, immagini da Glossario Museo della Scienza)