19/03/08

Leonardo Da Vinci







Leonardo Da Vinci, pittore, architetto, scienziato e scrittore, una delle più illustri menti prodotte dal genere umano, figlio naturale del notaio Ser Piero e di una giovane contadina, nasce il 15 Aprile 1452 a Vinci, un piccolo borgo rurale.

Dopo una infanzia serena trascorsa nella campagna fiorentina vissuta con la madre nei primi anni e poi presso il padre, a 17 anni, per la sua abilità nel disegno, è accettato come apprendista nella bottega d’arte di Andrea del Verrocchio.

A Firenze, dove rimane fino a trent'anni, Leonardo, disegna, dipinge e studia interessandosi a tutti i campi dello scibile umano.

Dispiacendosi di non aver studiato il latino, si considera "Omo sanza lettere" e cerca di impararlo da autodidatta, come da autodidatta esplora l'anatomia, l'ingegneria, l'architettura e le altre scienze.

Dopo il disegno, la scrittura è la sua grande passione, scrive in continuazione, prende appunti e fa schizzi su schizzi, ma per mantenere il completo segreto sui suoi appunti, Leonardo usa lo stratagemma di scrivere da sinistra verso destra e anagrammando le parole sulle quali vuole conservare il massimo riserbo.

Nel 1482 Leonardo Da Vinci viene assunto alla corte di Ludovico il Moro, dove si presenta innanzi tutto con progetti di apparati militare, opere idrauliche, di architettura e, solo alla fine, come pittore e scultore con un progetto di una cavallo di bronzo per un monumento a Francesco Sforza.

A Milano, che allora, con i suoi centomila abitanti, era una delle più grandi città d'Europa, Leonardo Da Vinci resta fino alla fine del 1499 anno della caduta degli Sforza.

In quegli anni Leonardo dipinge molto, ricordiamo il ritratto a Cecilia Galerani, "Dama con l’Ermellino", la prima versione della "Vergine delle rocce" e la famosa "Ultima cena" in S. Maria delle Grazie.

L'affresco, eseguito con una tecnica inventata da Leonardo, lo impegnò per tre anni, da 1495 al 1498.

Leonardo si occupa delle decorazioni del Castello Sforzesco eseguite in occasione del matrimonio di Gian Galeazzo Sforza, inventando anche una fantastica macchina teatrale rappresentante il Paradiso e la volta celeste con gli astri in movimento, che conquistò totalmente i milanesi.

Dopo la caduta di Ludovico il Moro, sotto l’incalzare delle armate francesi di Luigi XII, Leonardo lascia Milano ed inizia un lungo viaggio passando da Mantova, Venezia ed il Friuli per approdare a Firenze.

Fra il 1500 ed il 1512 vive fra Firenze, Roma, Milano, occupandosi di anatomia, architettura urbanistica, ottica ed ingegneria idraulica.

Nel 1513, Leonardo si trasferisce a Roma, dove si occupa della sistemazione del Porto di Civitavecchia, stila il progetto per il prosciugamento delle Paludi Pontine, progetto mai eseguito per la morte del Pontefice, lavora con degli specchi ustori che ha fatto arrivare dalla Germania e continua ad occuparsi di anatomia, cosa che lo mette in una situazione difficile e che lo spinge ad accettare l'invito del Re di Francia, Francesco I.

Accolto con molti onori dal re di Francia, si stabilisce nel Castello di Cloux, ricopre l’incarico di primo pittore, architetto e Ingegnere del Re.

Incaricato del progetto del Palazzo Reale di Romorantin, che Francesco I vuol costruire per la madre Luisa di Savoia, Leonardo ha l'occasione di proseguire le sue ricerche idrologiche, iniziate anni prima presso gli Sforza, e progetta una cittadina, per la quale prevede addirittura lo spostamento del corso di un fiume che l'arricchisca d'acque e irrighi la campagna intorno.

A Francesco I, Leonardo vende la Gioconda, ritratto che aveva iniziato a Firenze ed al quale aveva lavorato saltuariamente fino al 1506, che non aveva mai considerato finito e che lo aveva accompagnato nei suoi pellegrinaggi.

La Gioconda chiamata dai francesi Monna Lisa, dipinto ad olio su legno di pioppo, misura cm. 77 x cm. 53, ora appartiene alle collezioni del Museo del Louvre di Parigi ed è il quadro più famoso al mondo.

Leonardo da Vinci muore il 2 maggio 1519 nella residenza di Cloux, e viene sepolto nella chiesa di S. Valentino presso Amboise, lasciando tutti i suoi manoscritti, disegni e strumenti in eredità agli allievi Francesco Melzi e Salai.

Strage di via dei Georgofili


Nella notte fra il 26 e il 27 maggio1993, a Firenze, viene fatta esplodere un'auto imbottita di esplosivo nei pressi della storica Torre dei Pulci, tra gli Uffizi e l'Arno, sede dell'Accademia dei Georgofili Nell'immane esplosione perdono la vita 5 persone: oltre alla Torre vengono distrutte moltissime abitazioni e perfino la Galleria degli Uffizi subisce gravi danneggiamenti. L'Accademia dei Georgofili ha sede nella torre de' Pulci, posto appunto in via dei Georgofili nell'immediate vicinanze degli Uffizi La strage venne inquadrata nell'ambito della feroce risposta del clan mafioso dei Corleonesi di Totò Riina all'applicazione dell'articolo 41 bis che prevedeva il carcere duro e l'isolamento per i mafiosi.

L'Accademia dei Georgofili è la storica istituzione toscana che da 254 anni promuove, tra studiosi e proprietari agrari, gli studi di agronomia, selvicoltura, economia e geografia agraria. L'accademia dei Georgofili nasce nel 1753 a Firenze come risposta ad un saggio dell'abate Ubaldo Montelatici, che propose gli orizzonti nuovi della ricerca agronomica e invitò i proprietari e gli studiosi ad unirsi per perseguirli. Giovanni Targioni Tozzeti nel 1757 contrappose un programma radicalmente diverso.

L'Accademia nell'Ottocento

Se l'inizio dell'Accademia non fu segnato da attività di rilievo speciale, il sodalizio assurse a vero polo del progresso agrario nazionale nell'Ottocento, quando nel suo alveo si realizzarono i geniali studi sull'aratro di Raffaello Lambruschini e tutta l'attività scientifica e didattica di Cosimo Ridolfi, uno dei massimi agronomi dell'età del Risorgimento.

Oltre agli studi agronomici di Ridolfi, l'Accademia fu fruttuosamente impegnata, nell'Ottocento, sul terreno dell'enologia, costituendo polo di irradiazione della consapevolezza della pessima qualità della grandissima parte dei vini italiani, e della necessità di mutare radicalmente le tecnologie di cantina, su quello degli allevamenti potendosi considerare che nasca nel suo ambito il più importante catalogo delle varietà di frutta della Penisola, la Pomona di Giorgio Gallesio.

L'archivio storico e la biblioteca

L'archivio storico copre il periodo 1753-1911, conserva complessivamente oltre 12.000 documenti manoscritti, mentre la biblioteca è fornita di 70.000 volumi

L'acquisizione della biblioteca e dell'archivio fotografico Reda

Quattro mesi dopo l'attentato mafioso che aveva distrutto la sede dell'Accademia e annientato la famiglia del custode, il 17 luglio 1993 il Corpo accademico si riuniva solennemente, presente il Ministro dell'agricoltura, in una sala fiorentina per ricordare le vittime e udire dal Presidente la relazione sui lavori di ricostruzione già iniziati. Fu avanzata la proposta, nella circostanza solenne, che il Paese affidasse all'Accademia, in segno di risarcimento e di fiducia nella ragione, la biblioteca e l'archivio fotografico della società Reda, l'editrice della Federconsorzi.

Questo il link per visitare il sito web dell'accademia:

http://www.georgofili.it/georgofili.asp

Com’è nato il confine fra Firenze e Siena

Quello che vi voglio raccontare è come, secondo la leggenda, è avvenuta la spartizione territoriale fra Firenze e Siena, due città fra le quali si estende il bellissimo territorio del Chianti, famoso in tutto il mondo per il vino e l’olio.

Si narra dunque che nei primi decenni del Duecento, per eliminare definitivamente le complicate questioni legate alle zone di influenza delle due città, sia stato affidato, a due cavalieri, l’incarico di individuare il punto dove far passare il confine.

I due cavalieri sarebbero partiti all’alba, uno da Siena, l’altro da Firenze, impegnati in una prova di velocità, galoppando nella direzione opposta. Il punto in cui si sarebbero incontrati avrebbe determinato la linea di confine fra le due potenze.

Il racconto aggiunge che il segnale di partenza doveva darlo il canto del gallo.

I fiorentini, giocando d’astuzia, costrinsero il loro gallo (nero, mentre quello di Siena era bianco) ad un prolungato digiuno in modo che, affamato, questi cominciò a cantare ben prima dell’alba.

Il punto in cui i due cavalieri si incontrarono non è infatti equidistante fra le due città e dimostra come il cavaliere fiorentino abbia percorso un maggior tratto di strada.

Il gallo nero diventerà il simbolo della prestigiosa produzione vinicola del Chianti, universalmente conosciuta ed apprezzata, sia per la qualità che per la grande tradizione che sta alle sue spalle.

IL PALIO DI SIENA


Il palio di Siena é una tradizionale corsa di cavalli, di solito tenuta due volte all’anno (il 2 luglio e il 16 agosto) nella piazza principale di Siena cioè Piazza del Campo.

La corsa prende il nome dal premio che sarebbe il palio. Il palio era costituito da un mantello, e oggi da un lungo drappo dipinto prima della corsa e poi appeso ad un’asta.

Il palio disputato all’interno di una piazza non avendo tanto spazio mette dei vincoli cioè la partecipazione a turni di 10 cavalli per volta delle 17 contrade ogni contrada ha un nome, L’AQUILA, IL BRUCO, LA CHIOCCIOLA, LA CIVETTA, IL DRAGO, LA GIRAFFA, L’ISTRICE, IL LEOCORNO, LA LUPA, IL NICCHIO, L’OCA, L’ONDA, LA PANTERA, LA SELVA, LA TARTUCA, LA TORRE, LA VALDIMONTONE.

I preparativi per la corsa risvegliano una accesa rivalità tra le contrade e i fantini stessi.

La manifestazione e preceduta da una sfilata medievale, la corsa in se è brevissima solo 3 giri per circa 80 secondi. E’ una corsa pericolosa perchè i danni a fantini e cavalli sono frequenti soprattutto nella curva di S. MARTINO.

Il cavallo che taglia per primo il traguardo e il vincitore, succede avvolte che il cavallo taglia il traguardo anche senza fantino in questo caso è chiamato cavallo scosso.

I palii erano legati alle maggiori feste religiose diffusi in tutti i paesi italiani del medioevo.

Questi eventi spesso erano accompagnati da spargimenti di sangue,brutalità e ostentazioni di ricchezze. Oltre alle corse dei cavalli,vi erano anche quelle di
asini,bufali e carri. Il primo palio fu nel1238 a Siena. nel resto d’ Italia la tradizione
continuò attraverso il Rinascimento, fino al XVII secolo, quando caddero in disuso quasi ovunque.

Ale. Cal.


IL PALIO DI SIENA

La parola palio deriva dal latino “pallium”che nel medioevo era sia lo stendardo offerto da una città qualche sovrano , sia una stoffa pregiata donata come premio in gare equestri. Quest'ultimo significato finì per prevalere indicando la gara stessa.Il palio più celebre è quello di Siena che si svolge 2 volte l'anno il 2 luglio e li 16 agosto. Le sue origini risalgono al 1200 ma solo intorno alla metà del XV secolo vennero scelti come contendenti le contrade della città. Inizialmente correvano tori e bufali ma successivamente prevalsero i cavalli. Nel 1599 fu deciso che il vincitore non fosse il fantino una la contrada e di dare in premio un palio di stoffa con l'immagine della madonna e lo stemma della città. Le 17 contrade si devono sfidare aderendo a diverse regole, una di queste è che la contrada può vincere anche se il cavallo arriva al traguardo senza il suo fantino.



Ale. T.

Calcio in Costume


Il Calcio “storico” fiorentino, conosciuto anche con il nome di Calcio in livrea o Calcio in costume, è una disciplina sportiva che ha origine in tempi molto antichi. Oggi è riconosciuto da molti come il padre del gioco del calcio, anche se almeno nei fondamentali ricorda molto più il rugby.

Agli inizi del Medioevo, il calcio si era diffuso a tal punto tra i giovani fiorentini che lo praticavano quotidianamente in ogni strada o piazza della città.

Con il passare del tempo però, soprattutto per problemi di ordine pubblico, si andò verso una maggiore organizzazione e il calcio cominciò ad essere praticato soprattutto nelle piazze più importanti della città.

I giocatori (calcianti ) che scendevano in campo erano 54 sopratutto nobili signori e popolani dai 18 ai 45 anni e vestivano le sfarzose livree dell’epoca, che diedero poi il nome a questo sport.

Le partite venivano organizzate tra le calende di Gennaio ed il Carnevale ma non solo. I giocatori erano suddivisi in due squadre formate alla vigilia o addirittura scelte sul campo. Unica regola segnare una “caccia”, cioè gettare il pallone nella rete avversaria con qualsiasi mezzo. Le partite avevano una durata di 50 minuti i ventisette calcianti si dividevano nei seguenti ruoli: quattro Datori Indietro

( portieri ), tre Datori Innanzi ( terzini ), cinque Sconciatori ( mediani ), quindici Innanzi o Corridori ( attaccanti ).La partita più famosa fu quella giocata il 17 Febbraio 1530,a cui si ispira la moderna rievocazione, quando i fiorentini assediati dalle truppe imperiali, di Carlo V, non curandosi di niente si misero a giocare alla palla in Piazza Santa Croce .

La competizione aveva un carattere virile e forte: zuffe, lotte serrate e continui corpo a corpo per il possesso d ella palla tempravano lo spirito e sviluppavano il fisico dei cittadini che abitualmente lo praticavano.

Una volta in particolari circostanze il campo di gioco fu singolarissimo e inconsueto perché le cronache del tempo, raccontano che si giocò anche sull’ Arno ghiacciato.

Nel secolo XIV la suddivisione della città di Firenze fu modificata e da sestrieri come era prima, fu ridotta a quartieri com’è tutt’ora. I quartieri presero il nome dalla Chiesa principale che si trovava nella circoscrizione di ciascuno di essi. Ogni quartiere a sua volta era diviso in quattro zone, ciascuna contraddistinta da nome e simbolo proprio:

Santa Maria Novella, Santa Croce, Santo Spirito San Giovanni.

La popolarità del gioco durò per tutto il Seicento, ma successivamente cominciò un lento declino che lo portò alla scomparsa come evento organizzato.

Risorto nel 1930, in occasione della ricorrenza dell’assedio di Firenze venne organizzato il primo torneo tra i quartieri della città; da allora il Calcio fiorentino è andato riaffermandosi fino a divenire con gli anni la manifestazione rievocativa più importante di Firenze. Infatti salvo che per il periodo della guerra, si svolsero puntualmente le sfide dentro le mura cittadine fra i calcianti dei quattro quartieri storici di Firenze: i “Bianchi” di Santo Spirito, gli “Azzurri” di Santa Croce, i “Rossi” di Santa Maria Novella ed i “Verdi” di San Giovanni.

Be.Cos.

14/03/08

Gioca a Off The Rails e Flingo


Scoperta di Cos. Guida il tuo carrello per i vari livelli, evitando gli ostacoli che bloccano il percorso. Qui sotto c'è il link, divertimento assicurato.
http://www.miniclip.com/games/off-the-rails/it/

  • left right Muovere carrello (bisogna premere alternativamente, più veloce si preme e più forte viaggia il carrello)
  • up down Saltare / Frenare
  • space Cambiare direzione

Provate a giocare a Flingo, per diverso tempo rimarrete sott'acqua... questo è il Link:
http://www.miniclip.com/games/flingo/it/
  • move mouse Spostarsi

Spostati fra i livelli in modo sicuro, evitando i numerosi di pericoli di questa avventura sottomarina!